In questa guida si offriranno le giuste indicazioni affinché si possa effettuare la scelta giusta per le pastiglie dei freni della moto, ci si starà domandando se preferire tra la sinterizzata o l’organica, oppure tra quelle da pista o da strada, per freddo o per il caldo, a elevata performance o a bassa usura.
In ogni caso, chiunque possegga una moto sa bene che bisogna prendersi cura di essa e le pastiglie dei freni sono un componente fondamentale che subiscono maggiormente l’usura essendo queste funzionali a frenare la moto, si usurano nel tempo e quindi vanno periodicamente sostituite. La scelta giusta deve conciliare sicurezza a economicità.
Come scegliere tra le diverse mescole
Per orientarsi tra le diverse mescoli, colori, brand e tipi di pastiglie, da qui si può evincere un approfondimento tecnico che potrà essere utile ai diversi motociclisti in ogni momento in cui vi si troverà ad effettuare le diverse manutenzioni e aggiornamenti dei propri freni.
Le mescole che vengono generalmente impiegato negli impianti frenanti sono divise in due grandi famiglie, organiche e sinterizzate. Come si può facilmente dedurre la chimica con cui vengono prodotti i diversi materiali sono diversi per ogni casa produttrice, tuttavia si può effettuare una descrizione generale della composizione di queste due grandi famiglie.
Pastiglie sinterizzate
Queste si compongono di polveri metalliche, unite mediante un processo di sinterizzazione che è privo di collanti. Chiaramente il coefficiente d’attrito dipende dalle polveri metalliche impiegate. Ne vengono addizionati dei lubrificanti con cui si garantisce una frenata costante, senza bloccaggi immediati, a differenza degli abrasivi che invece mantengono pulito il disco, togliendo sostanzialmente i residui.
Pastiglie organiche
In questa vi rientrano tutte le pastiglie che ovviamente non sono sinterizzate ed è per questo che in essa si rinvengono sia le pastiglie in carbonio ceramiche che quelle carbon-tech. Le resine che tengono legate sono il fulcro ma anche queste godono dell’addizione di lubrificanti e abrasivi per poter garantire le medesime prestazioni.
Ogni mescola viene prodotta e designata per garantire delle prestazioni ottimali ed è per questo che bisogna ponderare la propria scelta. Infatti queste esplicano le proprie prestazioni ottimali in determinate condizioni, laddove si effettuasse una scelta errata, si rischierebbe di avere un’usura e una stabilità per nulla confortevole.
Efficienza e usura sono i due parametri
La scelta della mescola deve essere effettuata seguendo due parametri, ossia l’efficiente e l’usura.
L’efficienza: questa si esprime tramite il coefficiente di attrito medio e la stabilità del medesimo alle fondamentali grandezze che vanno a caratterizzare il momento della frenata, ossia la velocità, la decelerazione e la temperatura. Questa si può rilevare mediante una serie di prove che vengono fatte dagli ingegneri sul banco e poi sul veicolo stesso.
L’usura: questa si esprime come il quantitativo di materiale d’attrito che viene usurato (in mm), rispetto a quante frenate sono state fatte (sul banco) o nei kilometri effettuati (sul veicolo).
La temperatura nel coefficiente d’attrito
Questo è un aspetto da non dimenticare perché il coefficiente d’attrito varia in base alle temperature in cui si esercita la frenata. Infatti non tutte godono della stessa efficienza in temperature diverse. Vi è la mescola da gara che possiede un coefficiente d’attrito a caldo molto alto ma solo laddove si raggiungano una serie di temperature, ossia tra i 350 ° e i 450° C. Mentre per quanto riguarda una mescola stradale, questa è progettata affinché funzioni meglio a basse e medie temperature, in particolare intorno ai 300° C. Quest’ultime se fossero utilizzate in pista risentirebbero del cosiddetto effetto “fading” e quindi il degrado del coefficiente d’attrito. A una determinata temperatura non saranno più efficienti. Così come una mescola da gara laddove fosse impiegata su strada, il grip non sarà mai così buono.